Chiara Novelli - 09 febbraio 2013

Il personaggio Chiara, forte e vincente «La fatica è il mio mestiere» Campionessa italiana di winter triathlon, la Novelli è pronta per tentare il colpaccio ai Campionati del Mondo Chiara NovelliChiara Novelli L'amore per la fatica, la voglia imperitura di mettersi in gioco, lo sforzo come ingrediente essenziale della propria quotidianità. Si impernia su questi elementi la passione innata di Chiara Novelli che il 20 gennaio ha ottenuto il primo posto nei campionati italiani assoluti femminili di Winter Triathlon, uno sport multidisciplinare che prevede una prova di corsa (6 km), una di ciclismo (10 km) e una di sci di fondo (8km), senza interruzione. Vita privata e carriera agonistica sono strettamente intrecciate. La trentunenne di Schilpario infatti, riesce a coltivare queste attività con il fidanzato Giordano Suardi, a sua volta triatleta. All'orizzonte (23-24 febbraio) c'è il Mondiale di Cogne, il primo della sua carriera, dove dovrebbe recitare il ruolo da outsider ma con licenza di stupire. Nella rassegna iridata parteciperà sia alla gara individuale sia alla staffetta Team Relay. Qual è l'obiettivo? «In ogni gara, anche quella meno importante, ci metto l'anima. Sono una persona molto combattiva: mio nonno e i miei genitori raccontano che sin dalla mia prima gara, a 5 anni, volevo a tutti i costi battere i maschietti. È una cosa che ho nel sangue. Penso di avere le carte in regola per far bene a Cogne. Corro sempre per arrivare prima, nella gara individuale sarei contenta se arrivassi tra le prime dieci». Fa fatica a conciliare il suo lavoro in banca con l'allenamento? «Faccio un pò fatica a usare il termine sacrificio parlando di allenamenti perché amo profondamente quello che faccio. Certo, niente nasce dal niente. Sento che questa è una cosa che devo fare perché, semplicemente, mi fa stare meglio». Quanto tempo dedica alla preparazione delle gare? «Come minimo 15-20 ore a settimana. Faccio parte del gruppo Steel di Bergamo ma sono autonoma negli allenamenti, che faccio tutti i giorni. Non mi pesano per niente, mi piace far fatica, mi piace lo sforzo prolungato. D'estate faccio anche gare di duathlon cross (mountain bike e corsa in montagna, ndr) e vorrei provare anche il triathlon normale». È Giordano uno dei segreti del suo successo? «È' uno stimolo importantissimo: quando non ha voglia di allenarsi uno, c'è l'altro a convincerlo. Lui mi ha avvicinato alla mountain bike, io l'ho avvicinato allo sci di fondo. Anche le nostre vacanze sono tutte orientate allo sport: le facciamo rigorosamente in bici con portapacchi al seguito. Quest'anno tra Svezia e Finlandia abbiamo macinato 1000 km in 9 tappe». Dove vi siete conosciuti? «In Norvegia dove ho vissuto un anno per motivi di studio. In Scandinavia lo sport è una religione: hanno un'altra mentalità, riescono ad essere produttivi nel lavoro senza sacrificare le cose che danno qualità alla vita». Sembra quasi vivere in simbiosi con la natura. «Adoro la tranquillità della montagna, la sua libertà, i rumori attutiti. Molti ragazzi del mio paese dicono che la montagna non offre niente. Non è vero, dipende da quello che una persona è in grado di cogliere dalla natura. Io mi commuovo quando vedo nevicare...». Michele Gazzetti